A different perspective on designing objects
or failure in design is often hidden in plain sight
Eng/Ita
As I moved to my new house just before covid hit our lives, I found myself with no furniture and a lot of books piled on the floor all around my living room. Being an architect who loves working with his own hands, I felt pretty confident at designing and building my own furniture.
Thus I had the marvelous idea to design, shop for materials and craft, an hanging bookshelving system for my own books (couldn’t it just rest on the floor ??).
Without any consulting from blacksmiths or craftsmens, I proceeded jovially ahead, confident that my technical knowledge as an architect would be more than enough to bring the results home.
You can’t imagine the pain I was getting myself in, I had never worked with steel before and I wasn’t familiar with the cutting and soldering skills. So my original concept didn’t integrate well studied solution to the joinery of the pieces.
Without boring you with details, the construction was a total failure, I made something inanely complex, choosing the wrong materials for what I wanted to do and in the end:
I spent three times the time I planned to work on this because how hard it was to work the pieces and install it in place.
I spent two times the budget, since I had to buy new tools I wasn’t planning to.
The structure ended up being too heavy, and it wasn’t possible to install it just by one person (again, increased costs)
To add to the failure, the complexity of the joinery didn’t allow to any variations, or fixing without a complete uninstall. Extremely unpractical.
Unsurprisingly, I realized my project was a failure, the moment I started drilling holes into round pipes, which is quite hard to achieve since the tip of the drilling bit tend to slip in all directions; The second terrible epiphany happened the moment I started assembling the pieces, I suddenly figured out, the way I had thought was inane and simply impossible, the shelves were too heavy and I hadn’t planned on a way to keep them in places while I had to fix it to the ceiling. Still, I managed to build it exactly how I designed it few days before and, in a way, the aesthetical image survived the process.
So this made me saw first hand, what happens when you lose control of your project, due to careless planning or insufficient study. If you start a design career, I believe this is something bound to happen sooner or later, and I advise strongly to make it happen as soon as you can in the least dangerous situation possible. There’s an invaluable lesson to be learnt when you experience first hand something you' ve been told countless of times on the tables at uni or chatting with more experienced architects. You will get both practical knowledge and an humbling lesson in humility that so many of us strongly need.
What could I have done better?
I could have built prototypes of the connections.
I could have involved a craftsman, even just as a consultant, to guide me on the most efficient and adapt way to build my joints. ( befriend skilled and knowledgeable craftsman!)
I could have studied more about the nature of the materials I was using, do not stop at shape, colour, and cost but consider the more characteristics you can , for example: weight, mechanical resistance, workability, commercial sizes of the raw material you’re going to use (sheets, rods, bars, panels and so on)
Integrated design is an ugly word, right?
The ancient greeks used the concept of Kalos kagathos to identify beauty, which for them was something both beautiful and functional (good). It doesn’t come as a surprise that they identified beauty into their athletes and heroes. Similarly, I turn my thoughts toward the objects we hold in our hands or the buildings we visit; there is not one without the other.
Ciao!
Versione Italiana del testo:
Quando
mi sono trasferito nella nuova casa, poco prima che il Covid entrasse nelle nostre vite, mi sono ritrovato senza mobili e con un sacco di libri accatastati sul pavimento del soggiorno. Essendo un architetto che ama lavorare con le proprie mani, mi sentivo abbastanza sicuro nel progettare e costruire da solo i miei mobili.
Così ho avuto la meravigliosa idea di progettare, acquistare i materiali e realizzare un sistema di scaffalature sospese per i miei libri (non potevano essere appoggiate sul pavimento?).
Senza alcuna consulenza di fabbri o artigiani, ho proceduto con spirito, fiducioso che le mie conoscenze tecniche di architetto sarebbero state più che sufficienti per portare a casa il risultato.
Non potete immaginare i guai in cui mi stavo cacciando: non avevo mai lavorato prima con l'acciaio e non avevo familiarità con le sue tecniche di taglio e saldatura. Quindi il mio progetto originale non si integrava bene con la soluzione studiata per la giunzione dei pezzi.
Senza annoiarvi con i dettagli, la fase di costruzione è stata un fallimento totale, ho realizzato qualcosa di insensatamente complesso, scegliendo i materiali sbagliati per quello che volevo fare e alla fine:
Ho impiegato il triplo del tempo che avevo programmato per lavorarci, perché è stato difficile lavorare i pezzi e installarli al loro posto.
Ho speso due volte il budget, perché ho dovuto comprare nuovi attrezzi che non avevo previsto.
La struttura è risultata troppo pesante e non è stato possibile installarla da una sola persona (anche in questo caso i costi sono aumentati).
Come se non bastasse, la complessità dei nodi da me realizzati non consentiva alcuna variazione o riparazione senza lo smontaggio completo della struttura. Estremamente poco pratico.
Prevedibilmente, ho capito che il mio progetto era un fallimento nel momento in cui ho iniziato a forare i tubi tondi, cosa piuttosto difficile da realizzare poiché la punta del trapano tende a scivolare in tutte le direzioni senza delle morse adeguate o dei trapani a colonna da officina; la seconda terribile epifania è avvenuta nel momento in cui ho iniziato ad assemblare i pezzi e ho improvvisamente capito che il modo in cui avevo pensato la struttura aveva poco senso ed il montaggio estremamente laborioso, i ripiani erano troppo pesanti e non avevo previsto un modo per tenerli in posizione mentre dovevo fissarli al soffitto. Tuttavia, sono riuscito a costruirlo esattamente come l'avevo progettato qualche giorno prima e, in un certo senso, l'immagine estetica è sopravvissuta al processo.
Questo episodio mi ha fatto toccare con mano cosa succede quando si perde il controllo del proprio progetto, a causa di una pianificazione poco attenta o di uno studio insufficiente di uno o più aspetti. Se iniziate una carriera da progettista, credo che ciò che ho raccontato sia qualcosa destinato a succedere a tutti prima o poi, perciò consiglio vivamente di scontrarcisi il prima possibile, chiaramente in una situazione meno delicata o quanto meno in cui non ci siano conseguenze importanti.
Quando si sperimenta (un fallimento) in prima persona, si impara una lezione inestimabile, in merito all’interdipendenza dei progetti da una pletora di conoscenze al di fuori della nostra, qualcosa che ci è stato detto innumerevoli volte sui banchi dell'università o chiacchierando con architetti più esperti. Otterremmo sia conoscenze pratiche che una meritata lezione di umiltà per padroneggiare con più consapevelezza i limiti del nostro operato.
Dunque cosa avrei potuto fare di meglio?
Avrei potuto costruire dei prototipi di tutte le connessioni non testate.
Avrei potuto coinvolgere un artigiano, anche solo come consulente, per guidarmi sul modo più efficiente e adatto per costruire i miei giunti. (fare amicizia con artigiani esperti e competenti).
Avrei potuto studiare meglio la natura dei materiali che stavo utilizzando, non fermarmi alla forma, al colore e al costo, ma considerare più caratteristiche possibili, ad esempio: peso, resistenza meccanica, lavorabilità, dimensioni commerciali della materia prima da utilizzare (standard di lamiere, barre, tondini, pannelli e così via).
Gli antichi greci usavano il concetto di kalos kagathos per identificare la bellezza, che per loro era qualcosa di bello e funzionale (buono). Non sorprende che abbiano identificato la bellezza nei loro atleti ed eroi. Allo stesso modo, rivolgo il mio pensiero nei confronti degli oggetti che prendiamo in mano o degli edifici che visitiamo, non c’è uno senza l’altro.
Ciao!